
«... le situazioni eccentriche e bizzarre sottoposte a osservazione e le figure stralunate o apparentemente folli che abitano i racconti costituiscono la norma e non il deragliamento dal binario della norma; e pertanto non sono da far rientrare entro quella sfera consequenziale a tale deragliamento che di solito viene etichettata sotto la denominazione di "follia". [...] i racconti di Perissinotti sono un continuo esercizio, un insistito addestramento alla negazione dell’evidenza. [...]
L'intenzionalità demistificante e corrosiva di Perissinotti, pronta a insinuarsi entro le faglie sconnesse che squilibrano il tessuto dell'esistenza, si definisce e si realizza in virtù di una concezione del racconto come espressione essenziale, prosciugatissima, concentrata nell'indispensabile. [...]
Sono scaglie, frammenti, spezzoni che, piuttosto che disporsi a ricomposizione in disegno unitario o ambire alla compattezza di un sistema, si propongono nella loro autonomia e singolarità, alimentando diversificati effetti di sconcerto, di meraviglia, di sorpresa.»